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il Giornale dell'Umbria del 12 giugno 2009 - Sezione Week End



Il progetto Verso l'istituzione di un fondo storico per conservare tutto il prezioso materiale
E così Belati fa girare il mondo
La ditta che costruiva strumenti era anche una casa editrice

di Maria Mazzoli

PERUGIA - Nipote di Tito Belati, figlio di Claudio, due musicisti titolari dello Stabilimento musicale Belati di Perugia, una delle più antiche dedicate agli strumenti a fiato per banda che ha diffuso musica bandistica umbra in tutto il mondo, Mario Belati dagli anni Settanta ha ripreso in mano l'attività di famiglia, trasferita a Milano negli anni Cinquanta. La ditta Belati, che era non solo costruttrice di strumenti musicali, alcuni dei quali sono conservati nei musei sudamericani, l'area in cui si sono più diffusi, ma anche casa editrice. Ora, l'intenzione è quella di istituire in collaborazione con il Comune e forse la Regione un fondo storico per conservare tutto il prezioso materiale: il repertorio di marce, ballate, musiche religiose, musiche pubblicate dalla ditta Belati.
La storia della ditta Belati
Nel 1900 un Maestro della Banda Musicale del 35° Reggimento di Fanteria del Regio Esercito, il perugino Tito Belati, rompe gli indugi e decide di far tesoro delle conoscenze ed esperienze maturate nella vicina Francia per modernizzare e rendere più competitivo il settore bandistico italiano.
Ancora molto giovane lascia l'Esercito, torna a Perugia e fonda lo Stabilimento musicale Tito Belati. Negli anni successivi e per lungo tempo Perugia e la ditta musicale, che poi assume la denominazione di Casa Editrice Tito Belati, divengono sinonimo di musica per banda in Italia e nel mondo, anche grazie alle Comunità italiane presenti nei più disparati Paesi.
Il vero grande problema per l'editoria era la stampa delle parti musicali per gli esecutori (le così dette parti levate) che venivano preparate manualmente dai Maestri personalizzando la strumentazione della partitura per l'organico effettivo del singolo complesso bandistico. La stampa con questi condizionamenti si sarebbe tradotta in un sicuro insuccesso. Il nuovo editore lavorò su due fronti. Si inserì e promosse il dibattito accademico per giungere a definire degli organici standard per piccola, media e grande banda. Convinse i compositori, lui stesso era un compositore vincitore di molti premi, che era possibile scrivere strumentazioni adatte ad essere eseguite dalle bande, senza interventi sulla musica, anche in presenza di organici abbastanza variabili. Oggi è la norma, ma allora erano vere rivoluzioni che consentirono il decollo ed il successo dell'editoria a stampa.
Il secondo passaggio fu quello di ampliare il repertorio tradizionale e popolare verso la musica lirica, consentendo di allargare il pubblico degli appassionati dai teatri alle piazze.
Il terzo fu di entrare nel settore didattico proponendo metodi per l'insegnamento rigorosi ma adatti ad esecutori dilettanti, ossia adeguati per fornire loro la base teorica necessaria per affrontare musiche più complesse ed impegnative.
Ed anche alle piccole bande di paese fu così consentito di fare cultura attraverso l'intrattenimento musicale. Gli esecutori dei complessi bandistici erano per la maggior parte dilettanti e, sovente, non molto danarosi; gli strumenti erano in genere di proprietà degli esecutori. Occorreva risolvere il problema di produrre strumenti di buona qualità a prezzi accessibili: l'intuizione fu l'assemblaggio di macchine professionali per orchestra su ottoni e legni prodotti dallo Stabilimento Musicale.
Questo processo produttivo, con numeri di tutto rispetto, consentì una forte riduzione ei costi, grazie anche agli accordi posti in essere con primari produttori nazionali di macchine per strumenti da orchestra.
Ancora oggi strumenti dello Stabilimento Musicale Tito Belati sono oggetto di aste in molti Paesi, in particolare del centro e sud America.
La decisione di legare strettamene lo Stabilimento e la Casa editrice a Perugia è confermata dai marchi aziendali, mai abbandonati fin dalla nascita: il grifo, emblema della città, è stato adottato per entrambe le attività.
L'immagine del grifo rampante campeggia su tutti i cataloghi della Casa editrice, il grifo del Palazzo dei Priori di Perugia è presente su tutti gli strumenti musicali prodotti.
Siamo nel 1911. Il nostro industriale bandista vuole consolidare il mercato. Quale migliore occasione per fondare un giornale aziendale, ma che non lo esprima troppo, da distribuire ai Maestri ed agli appassionati di Banda? Nasce l'Amico dei Musicisti,attraverso il quale saranno lanciate molte iniziative culturali, di difesa degli autori, di dibattito sullo sviluppo del sistema bandistico nazionale. Il giornale diventa così un vero punto di riferimento,con una redazione tecnica costituita da personalità del settore, e promuove concorsi. Tali concorsi per compositori si rivelarono molto attraenti, per allora,in quanto oltre al premio era prevista la pubblicazione delle composizioni vincitrici ed il loro inserimento nel catalogo della Casa editrice.

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