I Compositori: Rocco Cristiano - Mariano Bartolucci
Mariano Bartolucci: le sue musiche






La musica bandistica di Mariano Bartolucci
Passaggi dalla relazione presentata da Carlo Pirola
e pubblicata su Scorribanda 2003

Da una prima analisi delle opere per banda di Mariano Bartolucci, siano esse marce o pezzi originali, si possono trarre alcune considerazioni sulla personalità di questo compositore, grande conoscitore delle possibilità artistiche e tecniche della Banda, quindi un abile strumentatore, ma quello che più mi ha colpito è stata la sua semplicità nell'uso delle forme musicali ed il suo spiccato senso melodico.
Queste ultime due caratteristiche introducono altri particolari della sua scrittura musicale: l'armonia ed il ritmo.
Dal punto di vista armonico Bartolucci rimane legato alla tradizione popolare della musica italiana per banda, fatta di semplici concatenazioni e di collaudati schemi armonici, con cadenze ben preparate e condotte con eleganza e praticità. Una predilezione al senso tonale, in cui si inseriscono accordi di piacevole fattura modulante, specie nelle progressioni, con qualche disalterazione o alterazione per movimentare ed interessare di più l'armonia: è questa una concezione funzionale utilizzata da Bartolucci in molte sue composizioni bandistiche.
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La banda doveva essere facilmente coinvolta ad eseguire vari generi e stili musicali, e certo bisognava aiutarla attraverso una scrittura adatta.
Bartolucci con il suo talento aveva capito la funzionalità di questo repertorio per banda.
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Bartolucci fu un artefice di questa scrittura, guardava molto alle capacità e all'organico a disposizione, sicuramente da buon conoscitore dell'ambito dilettantistico, avrà trascritto le parti per i propri esecutori tenendo conto delle loro possibilità.
Questa prassi la utilizzerà nella sua produzione editoriale, una musica di facile insieme per il piacere di comunicare ed intrattenere.
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La particolarità di Bartolucci sta proprio nell'uso del materiale tradizionale, che ha riversato nelle forme più comunemente usate dalla banda: nella marcia sia essa brillante, militare, caratteristica, sinfonica, religiosa e funebre, e poi gli scherzi marciabili oltre alla musica originale con descrizioni di scene popolari, intermezzi e brani caratteristici; non mancavano i divertimenti per strumenti solisti, per esempio per clarinetto piccolo in Mib (il Galletto) e per bombardino (L'innamorato) questi sono editi, ma chissà quanti altri pezzi di bravura avrà scritto per i suoi bandisti.
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Donizzetti, Bellini, Verdi erano i suoi autori preferiti, ma voglio ricordare una trascrizione a me cara, perché l'ho diretta molte volte con la banda e che ritengo particolarmente riuscita. Si tratta di una piccola fantasia dall'opera Cavalleria rusticana di Pietro Ma scagni stampata dall'editore Belati.
E' una riduzione che inizia con il Preludio dell'opera, (è raro trovarlo trascritto per banda)......
L'ultima pagina della trascrizione di Bartolucci è proprio il finale dell'opera, quando dopo il grido in scena "hanno ammazzato cumpare Turiddu" tutta l'orchestra precipita verso la conclusione. E' il pezzo tecnicamente più arduo per la Banda, perché è cromatico, veloce, drammatico, ebbene il nostro Bartolucci lo rende talmente accessibile a tutti gli strumenti della banda che vi assicuro nell'insieme è un piccolo capolavoro di trascrizione.
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Voglio ricordare anche un'altra tipologia della produzione di Bartolucci.
E' il genere ballabile, con diversi valzer, mazurke, polke e tanghi, one step e fox-trot, balli in voga a quell'epoca e si, perché la Banda era anche impegnata a far ballare la gente, a proporre all'ascolto le fantasie di canzoni celebri; addirittura Bartolucci era arrivato a trascrivere, per banda, le canzoni egli anni '60, come "La fisarmonica, Ma che colpa abbiamo noi, Il ragazzo della via Gluck", è interessante rivisitare queste strumentazioni.
Siamo nel 1967, Bartolucci aveva la bellezza di 85 anni, ebbene senza l'utilizzo della batteria aveva addolcito il ritmo moderno con un supporto armonico di carattere quasi sinfonico.
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Come didatta mi piace ricordarlo attraverso i famosi metodi Bartolucci (e chi non li conosce?), ............ questi metodi hanno avuto il loro pregio nel passato bandistico, so che ancora oggi vengono utilizzati come compendio ed integrazione ad una didattica ormai moderna.
A proposito del Bartolucci didattico e al lavoro svolto all'interno delle scuole bandistiche a contatto con i giovani, mi ricordo di un pezzo facilissimo che avevo imparato da allievo prima di entrare in banda, si tratta della MARCIA dei PICCOLI edita dalla Belati nel lontano 1939, sarebbe bello ritrovare anche questa simpatica marcetta.
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La persistenza, per così lungo tempo, delle composizioni di Bartolucci nei programmi delle nostre bande non si spiega col semplice attaccamento alla tradizione: significa piuttosto che le sue musiche hanno funzionato e che possono essere eseguite anche dall'organico attuale, sono sicuro che darebbero ancora soddisfazione agli strumentisti e al pubblico.
Ebbene, lancio un appello, bisogna recuperare queste musiche italiane, perché riserverebbero una gradita sorpresa per la qualità e l'inventiva della scrittura musicale, sono deliziose marce o pezzi originali che, opportunamente adattati all'organico contemporaneo, non avrebbero nulla da invidiare agli autori stranieri oggi in gran voga.
Mi chiedo dov'è andata a finire la nostra identità musicale bandistica, perché non dobbiamo rivolgere la nostra attenzione alla musica del Bartolucci e compagni?
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PRIMAVERA di PACE - marcia sinfonica

Carlo Pirola nella presentazione della Manifestazione Scorribanda 2003, diceva:
"Desidero concludere la mia relazione con un anticipo di questa sera, si tratta di una registrazione di PRIMAVERA di PACE eseguita dalla Banda della Polizia di Stato diretta dal Maestro Pellegrino Bossone. Un assaggio della tradizione bandistica italiana, un mondo sonoro che non deve scomparire.
Ho scelto questa marcia sinfonica di Bartolucci perché ben identifica le caratteristiche del repertorio italiano e presenta gli aspetti che ho descritto inizialmente, cioè la semplicità della forma adottata da Bartolucci ed il suo spiccato senso melodico.
Inoltre la marcia sinfonica è l'espressione musicale tipica della banda italiana, si scrive in 4/4, ha un andamento leggermente più lento della marcia ordinaria, la durata è tra i 5 ed i 7 minuti, vi figurano contrasti sonori con forte incisività ritmica e momenti di rilassatezza e di contabilità espressiva, come ascolteremo in questa registrazione. Nella semplice ed accessibile forma della marcia sinfonica si colgono gli elementi tipici della musica colta e anche popolare, provate ad ascoltare la semplicità dei temi ma seguite anche il supporto armonico ed il ricco dialogo tra le sezioni strumentali.
Per concludere non ci resta che fare una riflessione sull'attualità della marcia sinfonica e sull'opportunità che continui ad apparire nei programmi dei nostri complessi bandistici, insieme ad altri brani della tradizione del passato, e questo grazie anche all'infaticabile e valida opera del Maestro Mariano Bartolucci che oggi abbiamo voluto giustamente ricordare."


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